A cura di Renata Allio

IL CANAVESE E LA VALLE D'AOSTA

  • Codice Scheda: 260399
  • Anno di fondazione: 1909
  • Anno di cessazione: 1910
  • Scheda precedente:
  • Scheda successiva:
  • Altezza :25.00
  • Base: 17.00
  • Pag. arabe:24
  • Da:
  • A:
  • Pag. romane:
  • Genere: Associazioni
  • Altro genere:Turismo
  • Periodicità: Mensile
  • Prezzo: 60
  • Moneta: Centesimi
  • Tiratura:
  • Nell'anno:
  • Area di diffusione:
  • Lingua: Plurilingue
  • Supplementi:
  • Sito internet:
  • Indice:
  • Editore:
  • Luogo di edizione: IVREA
  • Provincia:
  • Tipografia :Unione Cooperativa Canavesana
  • Luogo di stampa: Ivrea
  • Continua :No
  • Biblioteca principale:

  • Biblioteca Civica di Ivrea
  • Inizio: 1909
  • Fine: 1910
  • Note:

    coll. MC 202 (1...7)
  • Archivio:
  • Repertorio:
  • Fondo privato:
  • Microfilm / Scansione:
  • Archivi digitali:
  • Cataloghi online:
  • Note aggiuntive

  • IL CANAVESE E LA VALLE D’AOSTA

     

    Un anno dopo la fondazione della sezione d’Ivrea del Club Alpino Italiano i soci decisero di fondare una rivista che tuttavia ebbe vita brevissima: apparsa infatti in edicola nel giugno del 1909, cessò le pubblicazioni col settimo fascicolo uscito a febbraio del 1910 perché abbonamenti e vendite non coprivano le spese. Animatore dell’impresa e direttore era stato Ubaldo Valbusa (Torino 1872-1939), eminente botanico, glaciologo e alpinista che insegnava scienze nelle scuole superiori torinesi ed era assistente presso l’Orto botanico dell’Università di Torino. Nell’editoriale d’apertura de “Il Canavese e la Valle d’Aosta”, Valbusa aveva indicato che gli interessi della redazione non erano limitati al turismo alpino, ma concernevano anche “le questioni storiche, come i progetti di vie di comunicazione ed altre opere pubbliche; le figure degne d’esser ricordate per benemerenze ed opere compiute, come i costumi, le leggende, le consuetudini locali, le escursioni alpine; le pratiche agricole e le questioni forestali, come le opere d’arte; le industrie, grandi e piccole, come le condizioni della vita economica, i fenomeni naturali, la vita sportiva ed ogni cosa di attualità come gli animali, le piante, i minerali interessanti o caratteristici”. E così, accanto alle rubriche di carattere alpinistico o comunque legate alla vita dell’associazione (“Notizie sparse”, “Piccola posta”, “Nota meteorica” e “Guide e Portatori autorizzati del C.A.I. per le valli del Canavese, di Aosta e limitrofe”), comparivano regolarmente contributi storiografici, articoli su costumi e tradizioni locali, segnalazioni sullo stato di conservazione  del patrimonio artistico architettonico e paesaggistico, note sulla flora del bacino superiore della Dora Baltea. Nonostante la brevità dell’esperienza, “Il Canavese e la Valle d’Aosta” si era qualificato un “ottimo veicolo per diffusione di cultura scientifica, storica e letteraria” (Carandini, Vecchia Ivrea, 1914).

                                                                                                                                         Guido Ratti

    La rivista risulta gratuita per i soci del CAI di Ivrea.il costo per singolo numero risulta essere di 60 centesimi (in abbonamento 6 L)