A cura di Renata Allio
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Sembra che il cambiamento di testata, avvenuto il 21 maggio 1933, sia stato dovuto alle pressioni del regime fascista, per parte del prefetto, e, per parte della direzione, anche a ragioni di prudenza nell'eliminare un titolo che pareva quasi avere una coloritura socialista (v. il n.
Il giornale era «la voce» ufficiosa dell'azione cattolica e della chiesa torinese e don Ernesto Casalis, sacerdote diocesano che ne era il direttore, cercò di mantenerlo in vita evitando sequestri e censure da parte del regime, assai diligente nei controlli, non solo sui contenuti, ma pure su note di carattere tecnico, come la posizione degli articoli e dei titoli.
Dopo le sofferenze del conflitto bellico «
Il passaggio veniva siglato il 18 settembre 1947 tra la congregazione dei Giuseppini e l'Opera Diocesana della Preservazione della Fede. I Giuseppini cedevano gratuitamente alla diocesi la direzione e l'amministrazione della «Voce del Popolo», riservandosi la proprietà della testata. Il numero del 15 novembre 1947 era firmato dal nuovo direttore, don Jose Cottino, il quale avrebbe mantenuto il suo incarico fino al 1° dicembre 1968, quando gli subentrò don Franco Peradotto al quale successe poi, nel 1996, Marco Bonatti.
Giovenale Dotta
La Diocesi di Torino, caso unico in Italia, possiede dal 1947 due
settimanali di informazione cattolica: "La Voce del Popolo" e "Il Nostro
Tempo".
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