A cura di Renata Allio

IL 7B VILLAR

GIORNALE DEI LAVORATORI DELLA RIV

  • Codice Scheda: 261387
  • Anno di fondazione: 1952
  • Anno di cessazione: 1969
  • Scheda precedente:
  • Scheda successiva:
  • Altezza :
  • Base:
  • Pag. arabe:
  • Da:
  • A:
  • Pag. romane:
  • Genere: Sindacato
  • Altro genere:
  • Periodicità: Mensile
  • Prezzo:
  • Moneta: Lire
  • Tiratura: 1500
  • Nell'anno: 1953
  • Area di diffusione: Locale
  • Lingua: Italiano
  • Supplementi:
  • Sito internet:
  • Indice:
  • Editore:
  • Luogo di edizione: TORINO
  • Provincia:
  • Tipografia :SUBALPINA
  • Luogo di stampa: TORINO
  • Continua :NO
  • Persone

  • DIRETTORE RESPONSABILE: BIVI VIRGILIO
  • Biblioteca principale:

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  •   <>(1952- fine anni ’60 1. <<"Il 7B" denuncerà le pesanti intimidazioni subite, in particolare, durante le elezioni di Commissione interna del 1958. Questa fa dire che "Sotto il segno di una violenta campagna di paura, di repressioni, di promesse e di ricatti si è rinnovatala Commissione Interna(...). Come il fascismo imponeva la propria tessera per aver diritto al pane, oggi si è imposto un voto per un premio, per la minaccia della sicurezza sul lavoro, per i ricatti interni. Come Lauro acquista i voti con chili di pasta e le scarpe, alla RIV si sono comperati i voti con la promessa di 7000 lire. Con la pressione poi, esercitata dai capi considerandoli responsabili anch'essi del risultato elettorale si è fatta tutta una vergognosa azione di pressione, forte tanto, da indurre un numero notevole di lavoratori a non votare più FIOM" (123).Nel corso degli anni alla Riv prevale la politica delle trattative e degli accordi separati. La Riv preferiva favorire accordi con i settori più moderati del sindacato, Cisl e Uil, escludendo la Fiom. Le interpretazioni erano diverse: la Cisl e Uil sostenevano che era la Fiom ad autoescludersi con le sue richieste demagogiche e i suoi atteggiamenti estremistici; la Fiom rispondeva che di fatto era sovente emarginata dalle trattative, condotte e concluse sottobanco, oppure che i livelli di accordo proposti era inaccettabili.Ricorda Eugenio Morero che era pratica costante quella di escludere la Cgil, di dividere i lavoratori e "che a tutti i costi si doveva fare l'accordo separato perché non ci fosse la firma della Cgil e della Fiom. Era la manovra fatta dal padrone a cui la Cisl e la Uil prestavano il fianco(...) Fino agli anni '60, dal 1948, era il padrone che giocava sulle differenze tra militanti comunisti e militanti cattolici, sulle debolezze degli uomini. Vi era in quegli anni la guerra contro la Cgil e il Pci: si doveva in qualunque modo privilegiare gli iscritti alla Cisl e alla Uil. Però i problemi concreti per gli operai erano uguali per tutti" (124). Da quegli anni inizia la lenta emorragia di voti della Cisl (e della Uil), a favore della lista Indipendenti, fondata da Venturi, ex comunista uscito dalle file della Cgil e del Pci. Dal 1960, con il nuovo gruppo dirigente della Cisl, guidato da Tonino Chiriotti, lo spazio di consenso, a fase alterne, della Cisl si allarga. Dall'inizio degli anni Sessanta Cgil, ma in particolare Cisl e Uil, dovranno comunque fare i conti con l'azione di disturbo degli Indipendenti, inoltre la maggior combattività e iniziativa della Cisl la farà scontrare contro le maglie repressive dell'azienda.Astrattamente era parola comune nel sindacato l'idea di non dividere i lavoratori, di porsi uniti contro la controparte padronale. Nel 1957 la Fiom della Riv di Villar fa la proposta alla Cisl e Uil di presentare per l'elezione della Commissione Interna una lista unica, senza denominazione sindacale, formata di lavoratori proposti in ogni reparto dai compagni di lavoro e che godano la loro fiducia. In questo modo "non sarebbero più così i sindacati a comporre le liste dei candidati, al di fuori della volontà dei lavoratori, ma gli operai direttamente, - scrive il giornale socialcomunista - che sono poi in definitiva coloro che la loro rappresentanza eleggono" (125).Propaganda o sincera proposta? Certamente le difficoltà erano molte, e la paura di veder prevalere nella lista unitaria candidati non graditi era diffusa. La Cgil era molto radicata in fabbrica, aggressiva nei momenti di maggior tensione e molti dei suoi esponenti erano conosciuti e quindi poteva sperare di aver l'egemonia . La Cisl temeva di essere in minoranza e farsi ingabbiare in proposte politiche in cui non si riconosceva, quindi era plausibile la sua diffidenza ad un'unità che poteva non essere mortificante per la propria identità. Il confronto scontro fra Cgil e Cisl, e queste con la Riv, avviene, oltre con i classici volantini, con due giornalini di fabbrica. La Cisl lasciava la sua voce a "Informatore Sindacale Cisl", diretto, e in buona parte scritto, da Carlo Borra. Il giornalino cislino viene alla luce nel novembre del 1950, pubblica 51 numeri, diffuso in circa in alcune migliaia di copie, e termina la propria vita nell'aprile del 1956. Compito del foglio era quello di rendere visibili tra gli iscritti e nelle fabbriche del pinerolese le idee del sindacato di orientamento cattolico.Anche la Fiom aveva alla Riv di Villar un proprio giornalino: "Il 7B Villar. Giornale dei lavoratori della Riv" (esisteva anche "Il 7B. Giornale dei lavoratori della Riv-Torino", diffuso tra gli operai Riv dello stabilimento Torinese). Perché si chiamava 7B? Era la sigla di un cuscinetto a sfere tipo, di diametro esterno di 72 mm, spessore 19, foro 30, peso 348 grammi e valore nel 1959 di lire 1830. Nasce nel 1952, stampato presso la tipografia Subalpina di Torino, diffuso in 1500 copie, con direttore Virgilio Bivi, operaio Riv, coadiuvato da Mario Mauro, Carlo Venturi, Apollonia Benedetto, Silvio Brondolo.Mario Mauro ricorda il forte attivismo che circondava la stampa del giornale, strumento di propaganda diffuso in fabbrica e sulla tranvia che collegava Pinerolo e Perosa Argentina con Villar Perosa: "Impaginavo gli articoli, li battevo a macchina, portavo il materiale in tipografia, correggevo e portavo le bozze Torino, facevo i titolo, arrivava il giornale. Poi al mattino, al 1° turno, con la mia 1100 del 1936 andavo a Pinerolo , mentre Morero e Armandi prendevano il tram, poi al ponte Palestro prendevo Bonucci e lo portavo a Perosa al 1° turno e io andavo a Villar ad aspettare che gli operai arrivassero e vedevano il giornale ogni quindici giorni. Dopo riprendevo Bonucci e lo riportavo a Perosa e Morero e Armandi a Pinerolo che prendevano il tram del turno centrale e vendevamo nuovamente il giornale. Poi andavamo alla sera ad aspettare quelli del secondo turno che uscivano e quelli della notte che entravano" (126).La Riv si oppose sempre al giornale dei comunisti, fino a quando nel 1957 il direttore generale Bertolone ne proibisce la diffusione dentro lo stabilimento.>> Lorenzo Tibaldo in ‘Riv, storia dello stabilimento di Villar perosa’- G.v.Avondo, G.Bruno, Lorenzo Tibaldo- edito da Alzani -maggio 199                                           2. ''7B'' era la sigla che distingueva il cuscinetto a sfera tipo. Era venduto in fabbrica e sul trenino La redazione fu confinata nel reparto " gabbie acciaio" , alcuni furono licenziati, diffidati o trasferiti Negli Anni '50 il complesso Riv contava mediamente diecimila dipendenti. A Villar 4.002 operai e 366 impiegati, a Torino 4.330 operai e 991 impiegati ed infine 500 operai ad Apuania. Una maestranza altamente politicizzata, specialmente a Torino, combattiva, in cui una condizione di forza era tenuta dal Pci. La federazione provinciale di questo partito aveva un organo di stampa "Battaglia democratica'' ed una edizione speciale Riv, riguardava l'industria del cuscinetto Nel 1952 il partito decise l'emissione di un giornale di fabbrica proprio. Fu indetto un concorso per la scelta della nuova testata e tra i bozzetti presentati dai lavoratori fu scelto quello riportante il disegno della fabbrica con a lato la dizione "7B'' e il disegno del Cuscinetto. "7B'' era la sigla che distingueva il cuscinetto a sfera tipo, diametro esterno 72 cm, spessore 19, foro 30, peso 348 gr e valore nel '59 di 11.830 lire, tutta la produzione veniva calcolata e trasferita in "7B''. Il giornale nasceva per il sostegno politico sindacale all'azione della commissione interna e al Consiglio di gestione, un organo paritetico capitale-lavoro. Un foglio chiaramente orientato a sinistra, uno strumento di fiancheggiamento al partito, lasciando però libertà alla redazione locale senza fornire veline. Due le edizioni, una a Torino con oltre 2.500 copie e 1.500 la tiratura a Villar, che veniva stampata a Torre Pellice dalla Tipografia Subalpina Per la redazione pinerolese fu scelta la Camera del Lavoro di Pinerolo, in via Virginio 22 Il nuovo foglio, che avrà cadenza quindicinale, ha così la luce il 29 settembre 1952, e in attesa di autorizzazione esce come supplemento di 'Battaglia Democratica". Direttore fu nominato il pinerolese Virgilio Bivi, classe 1924, antifascista,dipendente Riv . Bivi, iscritto all'albo dei giornalisti, era il corrispondente del Pinerolese de "L'Unità'', edizione torinese. A fianco di Bivi, altri due dipendenti Riv Mario Mauro e Carlo Venturi, proveniente, dalla scuola di partito in Ungheria, oltre la "cortina di ferro". Mauro curava d'impaginazione redigeva i titoli e la raccolta della pubbicità. Venturi seguiva i problemi dei giovani, Apollonia Bonetto la difesa dei diritti delle lavoratrici: Silvia (o Silvio?) Brondolo rappresentava la componente socialista nella Fiom. Corrispondenti dei reparti, completavano la struttura redazionale. Il giornale aveva quattro facciate, formato più grande dell’ attuale tabloid, ed inizialmente costava quindici lire, divenute venti più avanti. Il foglio era autofinanziato, settecento gli abbonati e venduto a Pinerolo anche nell'edicola di "Cesco" in piazza Cavour. Determinante la diffusione delle cellule comuniste nei reparti, la vendita nell'ora di refezione e fuori dallo stabilimento da parte di Ermellina Avondet e la diffusione sul tramway ad opera di Cafiero Bonucci, Eugenio Morero e Poldo Armandi. Anche se la redazione era a Pinerolo, molti numeri sono stati impostati a Villar nell'osteria Cringiu. Nelle pagine trovano posto anche le rivendicazioni dei lavoratori pinerolesi, dalla Mazzonis alla Talco e Grafite, dalla Corte e Cosso alle officine Meccaniche Poccardi. Dalla lettura dei primi numeri rileviamo, note sindacali e politiche. Sul n. 6 di dicembre '52 il titolo "Via i sorveglianti dai gabinetti", con l'invito di impedire ai sorvegliati di spiare i lavoratori anche nell'espletare le loro funzioni fisiologiche. Numero speciale il 9 marzo 1953 per la morte di Stalin ll foglio comunista inevitabilmente trova l’opposizione della direzione Riv. Nel '57 il direttore generale, Bertolone, proibisce la diffusione all'interno dello stabilimento. La redazione quasi al completo fu confinata nel reparto speciale "gabbie acciaio' 'Tristano Cucchiarati, altro redattore, e Armandi sono licenziati. Bivi, nel febbraio del '57 è diffidato in tribunale a non divulgare notizie inerenti lo stabilimento e più tardi dovrà dimettersi dalla Riv. Mario Mauro viene promosso alla Sai e Venturi, lascia il partito, per abbracciare il nascente movimento sindacale di Olivetti. Decimata la redazione, ' aumento dei costi e la difficoltà sempre crescente alla diffusione determinarono la fine del foglio villarese, che sul finire degli Anni '60 cesserà le pubblicazioni.  P.C.Morero su l’Eco del Chisone